Le vie del vino è un piacevole libro scritto da Jonathan Nossiter(autore del documentario "Mondovino " con il quale ha vinto la Palma d'oro al festival del cinema di Cannes nel 2004) e parla di un viaggio tra vitigni, cantine ed enoteche e riflette, parlando di cinema, letteratura, arte. Nossiter sostiene che nella globalizzazione imperante, oltre alla cultura rischia anche il vino.Ed è un rischio "politico", perchè l'omologazione crescente farà scomparire la mano e il sudore, il sole, l'acqua e la terra, il piacere e il lavoro dell'uomo: storia, cultura e tradizioni.La speranza ha un nome: vini naturali (prodotti senza l'utilizzo di sostanze chimiche di sintesi ). Scettico su questo modo di vinificare Nossiter ammette di aver cambiato idea. Ricorrendo a un parallelo cinematografico scrive: ora credo che si possa paragonare il movimento dei vini naturali a una sintesi un pò pazza tra l'umanesimo e la trasparenza del Neorealismo e la sperimentazione estetica della Novelle Vague.Secondo Nossiter non solo va modificato il procedimento di vinificazione ma occorre anche una profonda mutazione nel sistema di chi beve i vini naturali:al posto della seduzione diretta, della rotondità e della chiarezza visuale di un vino convenzionale ( buono o cattivo che sia ) molti dei vini naturali hanno una testura un pò ruvida, letteralmente impura ( con la presenza di un deposito naturale ) e torbida. Un bevitore senza esperienza li può trovare primitivi, non finiti e zeppi di errori tecnici, proprio come sembravano i film di Fassbinder nei primi anni settanta a chi li guardava e li paragonava alla levigatezza dei film di Hollywood.Alla fine di questo viaggio sulle vie del vino naturale Nossiter lancia il suo manifesto: la difesa del terroir non è sinonimo di attaccamento reazionario e ostinato alla tradizione, ma difesa della nostra memoria storica, la sola garanzia in grado di proteggerci dalle menzogne devastatrici del marketing e dallo sfruttamento cinico del mercato, della cultura e della politica mondiale.