Tamellini Metodo Classico Extra brut 2009


 

tamellini metodo classicoProdurre un Metodo Classico con la Garganega ? certo e il risultato è anche molto buono. Questa è l’idea della famiglia Tamellini già conosciuta per gli ottimi risultati ottenuti con il suo Soave ” Le Bine de Costiola” che aggiunge questo spumante alla sua linea di produzione.

Colore paglierino con riflessi oro verde, perlage di media intensità e abbastanza sottile. Bouquet ampio e intenso con  i profumi del vitigno che vengono esaltati da 36 mesi di sosta sui lieviti. Si riconoscono profumi fruttati che ricordano la pesca, l’albicocca, la frutta esotica e gli agrumi, note floreali e minerali.

In bocca è di elegante avvolgenza e unisce un buon corpo ad una beva leggera;  equilibrato, unisce una buona freschezza ad una delicata sapidità. Finisce senza fretta richiamando gli aromi percepiti all’olfatto.

 

 

L’odore che blocca l’olfatto

Sarà purtroppo capitato a molti di pronunciare la odore di tappofrase     ” sa di tappo” e di dover poi buttare via la bottiglia di vino. Ormai è accertato da tempo che la sostanza chimica responsabile di questo difetto si chiama tricloroanisolo ( TCA ). Si è sempre pensato che questa molecola si comportasse come tutte le altre e che il suo cattivo odore derivasse dalla capacità di questa molecola di stimolare determinati recettori del nostro olfatto, ma secondo uno studio affettuato dall’università di Osaka e pubblicato sulla rivista Procedings of the American Academy of Sciences, questa sgradevole sensazione è il risultato di una specie di anestesia del nostro senso dell’olfatto.Non viene stimolato nessun odore specifico, ma al contrario il TCA ha il potere di bloccare temporaneamente il funzionamento del nostro olfatto.La sensazione sgradevole è data dalla reazione che il nostro cervello ha difronte all’improvvisa assanza di stimoli. Tutte le cellule olfattive testate, oltre cento, sono state inibite dal TCA anche a concentrazioni molto basse. La sostanza assorbita dalla membrana lipidica della cellula olfattiva riesce ad interferire con il funzionamento dei canali ionici che, quando non sono in grado di funzionare bene, bloccano l’invio dei messaggi al cervello.

Paladino Trento D.O.C. Millesimato 2009 – Revì

                                                                                                                   

EtichettaPaladinoTrento

                                                                            Il consumatore diventa più sensibile al rispetto della natura e dell’ambiente e le aziende cercano di adeguarsi a questa filosofia, nasce così questo nuovo Trento doc PALADINO prodotto dall’azienda Revì.

PALADINO è prodotto con uve Chardonnay totalmente biologiche coltivate con il massimo rispetto della natura in un vigneto posto a circa 700 metri sul livello del mare; massima attenzione anche in cantina dove si utilizza una bassa dose di anidride solforosa. Ma il rispetto della natura e dell’ambiente non si ferma qui perché anche il packaging segue questa filosofia, la classica confezione di cartone lascia il posto ad un elegante sacchetto in cotone naturale e al posto della capsula si utilizzano le brattee che avvolgono le pannocchie di granturco legate da un vimine.

bottiglia

Alla degustazione presenta un bel colore paglierino intenso e un perlate molto fine e continuo. Olfatto intenso e complesso con sentori che ricordano gli agrumi, la pesca, la mela , frutta secca, crosta di pane. In bocca è ben strutturato, minerale, fresco con un equilibrio perfetto. Finale molto lungo e piacevole.Un vino benfatto, eccellente che consiglio di provare, però  esistono però due problemi; uno è il prezzo di 35 € che è una cifra piuttosto alta e l’altro è la reperibilità  visto che viene prodotto in sole 1982 bottiglie ( tutte numerate ); cifra che corrisponde all’annata di fondazione dell’azienda.

Fiori d’inverno novello 2012- cavit

E’ già tempo di vino novello, quest’anno oltretutto è anticipato di alcuni giorni grazie ai cambiamenti delle regole di produzione. Certo è un vino che  non riscontra più il successo di una volta, ormai la sua vendita è legata quasi esclusivamente alla grande distribuzione, difficilmente lo si trova nei ristoranti o nelle enoteche e  non cisono più le feste di presentazione con abbinamento ai prodotti di stagione come una volta, tuttavia rappresenta per l’appassionato il primo vino dell’ultima vendemmia ed anche io non ho resistito alla curiosità di  assaggiare alcuni vino novello.                                                                        Tra quelli da me degustati ho trovato interessante questo Fiori d’inverno che è prodotto dalla Cavit utilizzando due vitigni il Teroldego e la Schiava e ovviamente la tecnica della macerazione carbonica.Si presenta con un bel colore porpora vivace, profumo intenso con sentori che ricordano principalmente i frutti rossi, in particolare la fragola, il lampone e la banana. Al gusto è ben equilibrato, la morbidezza è ben bilanciata dall’acidità, struttura leggera come deve avere un novello, un vino semplice ma piacevole.

Il vino della pace

Il Vino della Pace è prodotto dalla Cantina Produttori di Cormons ed è ottenuto con le uve della “Vigna del Mondo”, dove sono stati messi a dimora circa 540 varietà di uve provenienti da tutti i continenti, ogni anno dal 1985 ad oggi viene inviato ai Capi di Stato di tutto il Mondo come segno e invito alla pace e alla solidarietà.Un vino unico perchè nasce dalla vinificazione in bianco di tante varietà di uve sia rosse che bianche, vinificazione e affinamento avvengono in acciaio inox, questo gli permette di conservare ed esaltare i profumi provenienti dalle tante uve impiegate. Un’altra particolarità di questo vino è che può migliorare nel tempo come è stato dimostrato nella degustazione che abbiamo fatto in azienda. I vini scelti per l’assaggio sono della vendemmia 2004, 1996, 1989 conservati in cantina alla temperatura costante di 18°C, sono state scelte queste tre annate perchè  l’andamento climatico stagionale è stato molto simile. Partiamo però dalla vendemmia 2008 che è l’ultima ad essere uscita in commercio: 

                                                                                                                                         2008 – Colore giallo paglierino carico con riflessi verdolini.Profumo intenso e complesso, aromatico,floreale, fruttato e vegetale, si riconoscono odori di fiori bianchi, di muschio, gelsomino, agrumi, pompelmo, pera, pesca, banana.Al gusto è morbido, fresco e di buona alcolicità. Ottima la struttura e l’equilibrio, finale piacevolmente fresco e soprattutto con una persistenza aromatica molto lunga. Vino già piacevole da bere ma ancora giovane.

2004 – Giallo dorato con riflessi verdognoli.Odore complesso in cui prevalgono sentori di frutta matura (pesca, mela,pera, fico, agrumi) frutta secca (noce, mandorla), floreali (acacia, glicine), minerali (pietra focaia), leggera speziatura (zafferano, vaniglia).In bocca è molto rotondo ben bilanciato dalla freschezza degli acidi e con buona persistenza, finale piacevole.

1996 – Alla vista mostra un bel colore giallo dorato carico e brillante. Naso espressivo che si apre su sensazioni minerali di pietra focaia poi si concretizza su note di frutta molto mtura (albicocca,pesca,mela), frutta secca, frutta tropicale,vegetale, speziata e floreale (paglia,erbe aromatiche, lavanda, pino). Nel finale ritornano in evidenza i sentori aromatici del vino giovane.Al gusto è rotondo e fonde in modo perfetto la salinità, la freschezza e l’eleganza. Il vino presenta una buona progressione gustativa e culmina col ritorno delle note minerali e fruttate.Un vino piacevolissimo che può ancora invecchiare per anni.  

1989 – Giallo dorato carico e luminoso. Estremamente pulito con profumo complesso e molto particolare in cui dominano le sensazioni fruttate, pesca sciroppata, confettura di albicocche, mango, frutta tropicale,nocciola, miele, vaniglia, ribes, zafferano, litchi, agrumi canditi, fiori d’arancio.In bocca conserva ancora un’ottima sapidità e freschezza, questo gli permette di essere ancora valido. Avvolgente e rotondo presenta un equilibrio perfetto, finale persistente.Il vino è ancora valido e colpisce per l’estrema pulizia olfattiva, non dimostra certamente di avere vennt’anni.  

Il metodo Spark

Il nuovo metodo "Spark" o come è stato subito ribattezzato "Toscano" per ottenere lo spumante è stato presentato il 25 Giugno alla Fattoria di Poggio Capponi, che è stata la prima azienda ad averlo sperimentato.Questo metodo innovativo nasce dall'intuizione dell'enologo Fabrizio Cardini, specializzato nell'arte spumantistica che ha voluto coniugare il Metodo Classico, dove la rifermentazione avviene in bottiglia e il Metodo Charmat, dove la rifermentazione avviene in autoclave. L'oggetto principale del Metodo Spark è un piccolo contenitore in acciaio inox (contiene 40 litri ) chiamato "champagnotta" munita di una valvola che permette di eseguire tutte le operazioni tipiche del Metodo Classico, maturazione, sboccatura, aggiunta della "liqueur d'expedition. I pregi di questo metodo sono la riduzione dei costi dell'attrezzature necessarie per iniziare la produzione dello spumante, la maneggevolezza, la resistenza e la facilità di stoccaggio viste le piccole dimensioni del contenitore di acciaio inox.La champagnotta è stata realizzata dall'azienda Cavalzani Inox che è specializzata nella produzione di serbatoi per il vino.Il titolare dell'azienda il Dott. Osvaldo Cavalzani ha detto che  in futuro ci sarà la possibilità di noleggiare questi contenitori per tutte le aziende che vorranno iniziare a produrre spumante con il Metodo Toscano.Il primo spumante ottenuto con il Metodo Spark si chiama ROUSSEAU ed è ottenuto con il vitigno Vermentino coltivato dalla Fattoria di Poggio Capponi, si tratta di un " pas dosé" e alla degustazione si è presentato con un bel colore verdolino, perlage fine con buona persistenza. Odori freschi e fragranti che ricordano il floreale, il vegetale e il fruttato. In bocca gioca sul brioso contributo di  freschezza  sapidità, equilibrato, morbido e con una spuma cremosa.